Calcolo tassi di interesse


Prima di richiedere un mutuo è bene eseguire dei calcoli preliminari per avere una idea, seppure a grandi linee, di quello che sarà l'onere, lo sforzo da dovere compiere per essere in grado di ripagare il mutuo alla scadenza delle varie rate, disponendo del proprio reddito. Investire del tempo in semplici operazioni di calcolo mutui è dunque essenziale per evitare di impegnarsi con un mutuo che poi si faticherà molto a rimborsare, o peggio ancora, che non si riuscirà a rimborsare affatto, con insolvenza del mutuatario.

I tassi di interesse relativi ad un mutuo vengono calcolati sommando il valore di un indice di riferimento, che può essere EurIRS o Euribor, la percentuale di guadagno, il cosiddetto spread, dell'Istituto di credito, ossia del mutuante che concede il mutuo, ed un eventuale valore extra legato al rischio di insolvenza del mutuatario, che riceve il mutuo.

Il tasso di interesse fa dunque capo agli indici EurIRS e Euribor, con valori che possono essere di alcuni punti percentuali, e ad uno spread in genere compreso tra lo 0,5% e l'1%, che rappresenta la commissione bancaria sull'importo del mutuo e che varia da un Istituto bancario all'altro.

Gli Istituti di credito percepiscono un ricavo dalla concessione di un mutuo non solo grazie alla percentuale dello spread, ma anche grazie al costo agevolato del denaro che percepiscono dalla Banca Centrale; in pratica, gli Istituti di credito si riforniscono alla Banca Centrale per ottenere il denaro che poi presteranno con il muto al cliente finale, ed il denaro ottenuto dalla Banca Centrale ha un costo minore di quello fornito al cliente finale, in quanto fa riferimento ad un acquisto con un tasso di sconto, inferiore al tasso relativo agli indici EurIRS e Euribor che successivamente verrà applicato al cliente.

Una conseguenza del fatto che gli Istituti di credito entrano in possesso di denaro ad un tasso di sconto più basso, e comunque diverso, dal tasso degli indici EurIRS ed Euribor, è che, eventuali modifiche al tasso di sconto ad opera di interventi di politica monetaria delle Banche Centrali, non si riflettono automaticamente ed istantaneamente sul tasso di interessi dei mutui, visto che questi tassi fanno riferimento ad indici diversi; anzi può anche accadere che, a seguito di variazioni del tasso di sconto, non abbia seguito nessuna variazione dei tassi di interesse dei mutui, anche a distanza di molto tempo dall'entrata in vigore delle norme responsabili delle variazioni.

In alcuni casi, comunque, gli Istituti di credito fanno sconti sullo spread al fine di ridurre la probabilità di rischio di insolvenza del cliente; ciò può avvenire, di norma, quando l'importo della rata non supera il 30% del reddito del cliente, e quando il mutuo non copre totalmente il valore dell'immobile posto in garanzia. Infatti, così facendo, aumenta la probabilità che il cliente riesca a rimborsare il mutuo con le rate alla scadenza e quindi quella che gli Istituti di credito non vadano in perdita a causa di una eventuale svalutazione dell'immobile a garanzia del prestito, coprendo il mutuo solo una certa percentuale del valore dello stesso e non tutto il valore a rischio di svalutazione.

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Tag: mutuo,   tasso,   credito,   valore,   cliente,   sconto,   spread,   denaro,   percentuale

Temi: banca centrale,   istituto bancario,   tasso relativo,   eventuale valore,   costo minore

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